Quali effetti per i consumatori a seguito dell'aumento dell'Iva?
Dal 1° ottobre 2013 l'iva (imposta sul valore aggiunto) passa dal 21% al 22%.
Vediamo gli effetti che l'aumento determina sui consumi.
I prodotti alimentari di largo consumo (frutta, verdura, latte e derivati, carne, pasta) sono esclusi dall'aumento e pertanto non dovrebbero subire aumenti.
Anche altri beni come giornali, libri, biglietti del cinema sono esclusi dalla manovra perché per questi beni si applica un'aliquota iva che va dal 4% al 10% ed in altri casi sono addirittura esenti dall'imposta sul valore aggiunto.
L'aumento dell'iva farà invece salire il prezzo di altri beni. Per effetto dell'aumento dell'iva il prezzo al litro dei carburanti ha subito un aumento medio che si aggira intorno ad 1,5 centesimi per litro per benzina e gasolio.
Gli acquisti non dovrebbero subire una diminuzione. L'aumento del prezzo dei beni sarà estremamente contenuto e potrebbe addirittura non essere percepito dal consumatore, specie per acquisto di basso valore.
Pensiamo che su un bene che attualmente costa 2,00 euro, l'aumento sarà di soli 2 centesimi. Per prodotti del valore di 1.000,00 euro l'aumento sarà di 10,00 euro.
Si stima che quest'aumento potrebbe incidere in media per 150,00 euro annui a famiglia.
Come può difendersi il consumatore?
Il rischio per il consumatore potrebbe essere quello di un aumento ingiustificato dei prezzi. Certamente nel lungo periodo la concorrenza tra le imprese eliminerà gli aumenti ingiustificati.
In questo periodo conviene stare particolarmente attenti e confrontare attentamente i prezzi. Prima di effettuare un acquisto conviene sempre informarsi e scegliere, a parità di qualità, il prodotto meno costoso.